PROTEINA C REATTIVA AD ALTA SENSIBILITA’ (hs-CRP)

Laboratorio di Analisi - Laboratorio 901 Tuscolana

PROTEINA C REATTIVA AD ALTA SENSIBILITA’ (hs-CRP)

CHE COSA E’ LA PROTEINA C REATTIVA. La PCR è una proteina prodotta dal fegato ed immessa nella circolazione ematica. Dato che la concentrazione plasmatica di PCR aumenta nel giro di poche ore dall’inizio di una infezione, di conseguenza è particolarmente utile per monitorarne il decorso. Il dosaggio della PCR è quindi impiegato come marcatore di infiammazione sistemica. L’infiammazione gioca un ruolo chiave nella pato-fisiologia della malattia aterosclerotica e recentemente alcuni studi hanno dimostrato che la PCR potrebbe essere anche un indicatore di rischio cardio-vascolare in soggetti apparentemente sani. In tali soggetti però il livello di PCR è generalmente così basso che per il dosaggio è necessario un test particolarmente sensibile; questo test è chiamato PCR ad alta sensibilità o hs-CRP (High sensitivity C-reactive protein). L’esame viene effettuato tramite un semplice prelievo venoso. La PCR ad alta sensibilità è utilizzata per predire il rischio di malattie cardio-vascolari in soggetti sani unitamente ad altri marcatori quali il profilo lipidico. Un incremento dei livelli di PCR riflette semplicemente uno stato infiammatorio in corso; inoltre tale incremento non è specifico riguardo al sito d’infiammazione. Poichè a livello delle pareti arteriose, durante la formazione della placca aterosclerotica, si attiva una risposta infiammatoria si ritiene che modesti incrementi plasmatici di PCR possano essere indicatori di un processo aterosclerotico in atto. E’ bene notare, però che livelli di PCR ad alta sensibilità particolarmente elevati possono derivare da un qualsiasi stato infiammtorio – anche non clinicamente manifesto.

QUANDO VIENE PRESCRITTO? Non esiste attualmente peino consenso su quando richiedere questo esame, per molti medici il dosaggio di PCR è considerato da molti medici un ausilio per la determinazione del rischio cardio-vascolare; infatti la PCR ad alta sensibilità viene richiesta insieme ad altri marcatori biochimici di rischio cardio-vascolare, come ad esempio Colesterolo totale, HDL, LDL, trigliceridi. Sulla base delle conclusioni tratte nel 2004 della American Heart Association/Centers for Disease Control and Prevention (AHA/CDC), il dosaggio della PCR non deve essere impiegato per lo screening di massa della popolazione adulta generale, per il quale invece è più opportuno utilizzare i fattori di rischio maggiori quali ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia totale ed LDL, abitudine al fumo e diabete mellito. Un incremento plasmatico della PCR ad alta sensibilità può fornire semplicemente valore aggiunto alla valutazione effettuata mediante i fattori di rischio maggiori. inoltre, non esistono attualmente evidenza sperimentali a supporto dell’impiego della PCR ad alta sensibilità ai fini del monitoraggio terapeutico. Alcuni laboratori attualmente considerano la stratificazione del rischio fornita dalla AHA/CDC effettuata sulla base della distribuzione della concentrazione plasmatica di PCR nella popolazione degli Stati Uniti; secondo tale stratificazione: pazienti con livelli di PCR < 1 mg/L hanno un rischio basso di andare incontro a malattie cardio-vascolari; pazienti con livelli di PCR compresi tra 1 e 3 mg/L hanno un rischio moderato, il rischio diviene elevato se il livello di PCR supera i 3 mg/L. per valori >10 mg/L il test non è cnsidertao significativo ai fini della determinazione del rischio cardiovascolare, perchè probabilmente condizionato da uno stato infiammatorio di altra origine.

E’ IMPORTANTE SAPERE. I livelli plasmatici di PCR possono diminuire in seguito a trattamento con FANS, salicilati o con statine. Poichè la PCR è un marcatore di infiammazione sistemica, è importante che tutte le persone che si sottopongono a questo esame non abbiano infezioni o stati infiammatori in corso affinchè il dosaggio ad alta sensibilità abbia un significato in termini di determinazione del rischio cardio-vascolare. Infatti, qualsiasi infezione o infiammazione sistemica, anche non evidente clinicamente, può comportare un aumento della PCR e fornire dunque una stima falsata del rischio. Per tale motivo, i pazienti con malatttie infiammatorie croniche, come ad esempio l’artrite reumatoide, non devono sottoporsi al dosaggio della PCR ad alta sensibilità; in tali soggetti la concentrazione plasmatica di PCR potrebbe essere anche troppo alta perchè possa essere determinata con il test della PCR ad alta sensibilità. Qualsiasi incremento plasmatico della PCR, anche lieve e pertanto identificabile mediante il test ad alta sensibilità, è espressione di uno stato infiammatorio sistemico che può derivare da cause differenti. Tale incremento, però non è specifico per il sito di infiammazione. Molti studi hanno fcalizzato l’attenzione sulle malattie cardio-vascolari, ma recenti ricerche hanno dimostrato che avere valori di PCR vicini al limite superiore dell’intervento di riferimento può essere associato anche a malattie quali carcinoma del colon, complicanze del diabete e obesità.

CHE DIFFERENZA C’E’ TRA IL TEST DELLA CRP E QUELLO DELLA PCR AD ALTA SENSIBILITA’ I due esami dosano la stessa molecola nel sangue ma la sensibilità dei metodi impiegati è differente. L’esame della PCR ad alta sensibilità è generalmente impiegato per valutare il rischio cardiovascolare in soggetti apparentemente sani e dosa la proteina in un intervallo di concentrazione compreso tra 0.5 e 15 mg/L. L’esame della PCR, invece è prescritto a pazienti che sono a rischio di infezioni batteriche o virali (come dopo intervento chirurgico) o a pazienti con malattie infiammatorie croniche (come l’artirte reumatoide) e dosano la proteina in un intervallo di concentrazione compreso tra 10 e 100 mg/L.

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